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VIALE DEL TRAMONTO giovedì 11 aprile ore 21:30 – lingua originale con sottotitoli


Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Noir anni ’50

REGIA: Billy Wilder

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Billy Wilder, Charles Brackett

FOTOGRAFIA: John F. Seitz

MUSICHE: Franz Waxman

PRODUZIONE: Charles Brackett per Paramount Pictures

INTERPRETI: William Holden, Gloria Swanson, Erich von Stroheim

ORIGINE: USA 1950 DURATA: 110’

Un cadavere galleggia in una piscina di una villa al n.10000 di Sunset Boulevard, Hollywood. Si tratta dello sceneggiatore Joe Gillis (Holden) e la villa è di proprietà di una vecchia diva del muto (Swanson). Può svilupparsi così la storia – un lunghissimo flash-back – al cui inizio lo squattrinato sceneggiatore cerca di sfuggire ai creditori che vogliono sequestrargli l’auto.

Viale del tramonto presenta uno dei più clamorosi inizi della storia del cinema con la voce off di…un morto che racconta la vicenda. “Viale del tramonto è la storia di un’ex diva del muto, ormai dimenticata da tutti che, come un moderno vampiro, vive in una villa fatiscente con il suo autista-tuttofare Max (Erich von Stroheim), suo ex marito e suo ex regista, anzi, il regista che l’aveva scoperta e lanciata nel cinema. L’incrocio fra realtà e finzione è una spirale vertiginosa: von Stroheim aveva diretto la Swanson nel suo ultimo film, incompiuto e maledetto, Queen Kelly (1928) e il film che Norma Desmond (Swanson) si fa proiettare da Max (von Stroheim), in un delirio di narcisismo masochistico, sono brevi scene di Queen Kelly. Con Viale del tramonto Billy Wilder è come se chiudesse l’epoca d’oro del cinema hollywoodiano, l’epoca del divismo, dello splendore fastoso e ingenuo, di un’epoca durata circa trent’anni: «Volevo mettermi alla prova, tentando quello che non aveva mai funzionato: un film su Hollywood.»(B.W.). Wilder per la prima volta svela che dietro il glamour del grande schermo c’è, o ci può essere, opportunismo e cinismo, degradazione, follia e morte. Dopo Viale del tramonto il cinema non potrà più essere lo stesso, il velo era stato strappato una volta per tutte.” (da Un’ombra è soltanto un’ombra di Leandro Giribaldi).

L. Giribaldi


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