Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Fritz Lang in America
REGIA: Fritz Lang
SOGGETTO: dal racconto Gunsight Whitman di Silvia Richards
SCENEGGIATURA: Daniel Taradash
FOTOGRAFIA: Hal Mohr
MUSICA: Emil Newman, Ken Darby
PRODUZIONE: Fidelity Pictures Corporation
INTERPRETI: Marlene Dietrich, Arthur Kennedy, Mel Ferrer
ORIGINE: USA 1952
DURATA: 89’
Vern Haskell (Kennedy) vuole vendicare la fidanzata che è stata stuprata e uccisa da due banditi nel corso di una rapina. Sulle tracce degli assassini, la sua ricerca lo porta in un rifugio per fuorilegge, il ranch Chuck-a-Luck gestito dalla leggendaria Altar (Dietrich), un’affascinante ex ballerina.
Due star del cinema tedesco (Lang e Dietrich) si incontrano per la prima e unica volta della loro carriera in un…western americano. Ma, come racconta lo stesso Lang, non fu una passeggiata: “Il film fu concepito per Marlene Dietrich. Mi piaceva moltissimo. Volevo scrivere un film su una ballerina di una certa età (ma era ancora molto desiderabile) e un vecchio pistolero che non è più in gamba come una volta. Così inventai questa storia. Marlene non sopportò l’idea di interpretare con disinvoltura un ruolo che la invecchiasse: se pure lievemente, ringiovaniva ogni giorno di più finché alla fine non ci fu più speranza di farla rientrare nel personaggio.”
Nonostante gli screzi con la Dietrich (alla fine del film i due non si parlavano più), dei tre western girati da Lang Rancho Notorious è il più interessante, una ballata sintetica e romantica dove ritroviamo i classici temi langhiani della violenza, del bene e del male, della vendetta, della società dei fuorilegge, innervati dal senso acuto del passare del tempo. Girato quasi integralmente in studio, a basso budget, Rancho Notorious passa anche alla storia per la canzone The Legend of Chuck-a-Luck (che doveva dare il titolo al film), che è la prima ad essere creata appositamente per un western, anticipando di qualche mese la celebre canzone di Mezzogiorno di fuoco.
L. Giribaldi