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QUELL’OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIO sabato 15 marzo ore 18 – lingua originale con sottotitoli


per la rassegna “Cinema e letteratura” Leandro Giribaldi presenta

QUELL’OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIO (Cet obscur objet du desir, 1977)

REGIA: Luis Buñuel

SOGGETTO: ispirato al romanzo La donna e il burattino di P. Louÿs

SCENEGGIATURA: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière

FOTOGRAFIA: Edmond Richard

PRODUZIONE: Serge Silberman

INTERPRETI: Fernando Rey, Carole Bouquet, Angela Molina

ORIGINE: Francia/Spagna; DURATA: 101’

Mathieu Faber (Rey), facoltoso cinquantenne francese, sta lasciando Siviglia in treno per tornare a Parigi. Conchita (Bouquet), con la quale ha avuto una relazione tumultuosa, lo raggiunge ma lui, per dissuaderla a seguirlo, le getta una secchiata d’acqua in faccia. La donna riesce lo stesso a salire sul treno, mentre Mathieu racconterà ai compagni di viaggio la storia del suo amore tormentato.

Per il suo ultimo film Buñuel, insieme al fido sceneggiatore Carrière, attualizza la vicenda de La donna e il burattino di Louÿs, soggetto che rincorreva fin dagli anni Cinquanta.

Rimasto fedele per tutta la sua vita alla poetica surrealista di Un chien andalou (1928) e L’âge d’or (1930), anche in questa storia che aveva affascinato a suo tempo von Sternberg, un Buñuel settantesettenne in splendida forma non rinuncia ai suoi graffi ironici e iconoclasti, antiborghesi e anticlericali (il Gruppo Armato Rivoluzionario del Bambin Gesù!), inserendo gli avvenimenti in un mondo percorso da attentati di gruppi terroristici impazziti.

Ma l’idea geniale e sovversiva, anche da un punto di vista narrativo, è quella di far interpretare Conchita da due attrici diverse (Bouquet e Molina) che si alternano senza soluzione di continuità, creando sconcerto e straniamento nello spettatore. Così ne parlava Buñuel: “Mi premeva instaurare nel film che racconta, molto tempo dopo L’età dell’oro, la storia del possesso impossibile di un corpo di donna, un clima diffuso e pesante di attentati, d’insicurezza, lo stesso che conosciamo tutti in qualsiasi parte del mondo si viva.”

Ma di che anno sta parlando Buñuel, del 1977 o di oggi?

L. Giribaldi


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