via Reginaldo Giuliani, 374 Firenze

NOSFERATU sabato 1 febbraio ore 18:00


 
presenta Leandro Giribaldi

restaurato da Cineteca di Bologna

NOSFERATU (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, 1922)

REGIA: Friedrich Wilhelm Murnau

SOGGETTO: dal romanzo Dracula di Bram Stoker

SCENEGGIATURA: Henrik Galeen

FOTOGRAFIA: Fritz Arno Wagner

MUSICA: Hans Erdman

PRODUZIONE: Prana Film

INTERPRETI: Max Schreck, Greta Schroder, Gustav von Wangenheim

ORIGINE: Francia; DURATA: 95’

 

Il giovane Hutter è incaricato di una compravendita immobiliare e dalla Germania si reca in Transilvania, presso il castello del conte Orlok. Lo aspetta l’incontro con il Male in persona.

“Nel 1922, per la prima volta, il vampiro appare sullo schermo. E’ Dracula, ma non può chiamarsi Dracula, per un problema di diritti con gli eredi di Bram Stoker, l’autore del romanzo da cui è tratto. Si chiama perciò Nosferatu – il Non Morto.

E diviene subito, grazie alla potenza espressiva di Murnau, una folgorante metafora del cinema stesso. Il vampiro è un’ombra nella notte, terrificante e terrorizzante proprio perché Murnau l’ha voluto realistico e nella realtà le ombre notturne fanno paura. Ci avviciniamo così alla natura del cinema, realistico che sembra quasi tangibile, ma costruito con la stessa sostanza delle ombre, dei sogni o degli incubi.

Nel mondo del sovrannaturale le carrozze del Principe delle Tenebre sono velocizzate e virate in negativo, le porte si aprono da sole e Nosferatu è un’ombra nefasta che vuole divorare la luce. Come nel peggiore degli incubi.” (da Un’ombra è soltanto un’ombra di Leandro Giribaldi).

Nosferatu rischiò seriamente di scomparire perché la vedova di Stoker vinse le sentenze contro la Prana Film e negativi e varie copie positive vennero distrutte dopo le sentenze giudiziarie. Ma poteva scomparire l’immagine stessa del male? “Il cinema in qualche occasione ha creato delle immagini indelebili. Immagini che affondano la loro forza prima nell’inconscio di chi le ha create, Murnau in questo caso, per stagliarsi poi nell’inconscio collettivo. Visioni con la potenza dell’archetipo.” (id.)

L. Giribaldi


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