via Reginaldo Giuliani, 374 Firenze

GILDA giovedì 25 gennaio ore 21:30


Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna

IL NOIR AMERICANO
“GILDA” di Charles Vidor (1946)


SOGGETTO: dal racconto omonimo di E. A. Ellington
SCENEGGIATURA: Jo Eisinger, Marion Parsonnet
FOTOGRAFIA: Rudolph Maté
PRODUZIONE: Columbia Pictures
INTERPRETI: Rita Hayworth, Glenn Ford, George Macready
ORIGINE: USA; DURATA: 110’


A Buenos Aires il baro Johnny Farrel (Ford) viene salvato da una brutta situazione da Ballin Mundson (Macready), proprietario di una bisca clandestina. In seguito Mundson assume Johnny nel suo locale e in breve tempo ne diviene l’uomo di fiducia. Mundson si assenta per un po’ di tempo e al suo ritorno presenta a Johnny
quella che è diventata sua moglie, cioè lei: Gilda (Hayworth)…
Film di culto, Gilda è un altro esempio di film che non risalta per la mano riconoscibile di un autore-regista (in questo caso l’americanizzato Charles Vidor, il quale era nato a Budapest nel 1900 e il cui vero nome era Karoly Vidor), ma per una abile e fortunata alchimia di componenti produttive e artistiche. Il personaggio e la sua interprete Rita Hayworth vennero ben presto identificati nell’immaginario collettivo mondiale del dopoguerra come simboli di una sessualità nuova e disinibita. Ma nel 1946 Gilda rappresenta anche una somma degli elementi del noir, con una tendenza già allo stereotipo: la voce fuori campo del protagonista maschile, il passato che ritorna, le vicende stilizzate, la dark-lady.

Dark-lady che, con le sembianze erotiche di Rita Hayworth costruite con spietata determinazione dalla Hollywood dell’epoca, incarna un vero e proprio simbolo dello sguardo maschile nei confronti della donna. Non è un caso che la Hayworth, oggetto di gelosia morbosa da parte del patron della Columbia Harry Cohn, fu
la causa di notevoli problemi sul set del film fra il produttore, il regista e lo stesso Glenn Ford. Ed oggi Put the Blame on Mame cantata da Rita Hayworth, il guanto di Gilda (che allude ad uno spogliarello completo) fanno parte di una stagione irripetibile del cinema, quando si è costruito il suo mito immortale.

Leandro Giribaldi


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