per la rassegna CINEMA E LETTERATURA Leandro Giribaldi presenta

REGIA: François Truffaut
SOGGETTO: dal romanzo omonimo di Ray Bradbury
SCENEGGIATURA: François Truffaut, Jean-Louis Richard
FOTOGRAFIA: Nicolas Roeg
MUSICA: Bernard Hermann
INTERPRETI: Oskar Werner, Julie Christie
ORIGINE: Regno Unito 1966 – DURATA: 112’
In un futuro distopico dei pompieri nazistoidi non sono più addetti a spengere incendi come nel passato, ma a bruciare i libri (Fahrenheit 451 è la temperatura alla quale brucia la carta), pericolosi oggetti che possono traviare la mente umana. Montag (Werner) fa parte di questi pompieri ed è inquadrato come un automa in una società disumanizzata. L’incontro con Clarisse (Christie), ragazza fuori dagli schemi, lo metterà in crisi.
Truffaut, che da critico non amava la fantascienza, acquistò i diritti di Fahrenheit 451 di Bradbury prima ancora di leggere il libro, basandosi su poche frasi intuite della trama. Dotato di un amore spassionato per i libri, precedente a quello per il cinema, Truffaut non poteva non amare la storia di Fahrenheit 451 e desiderare di farne un film. La cui realizzazione peraltro, anche per gli alti costi, comportò notevoli problemi: solo in Inghilterra Truffaut riuscì a trovare i finanziamenti, così che il film risulta l’unico del regista girato interamente in inglese, lingua che conosceva appena e non riusciva a padroneggiare sul set. Un altro problema furono i rapporti con Oskar Werner, con il quale non si ripetè l’idillio di Jules e Jim. Ma la presenza magnetica di Julie “Lara” Christie in un doppio ruolo (invenzione di sceneggiatura) e soprattutto la passione per i libri ne fanno un film di culto. I libri filmati come personaggi, le copertine, le costole, le pagine: “…in questo film non è possibile lasciare che i libri escano dall’inquadratura. La loro caduta va accompagnata fino al momento in cui toccano terra. I libri qui sono personaggi e interrompere la loro traiettoria equivale a tagliare la testa di un attore in un’inquadratura”, raccontava Truffaut nel suo diario di lavorazione.
L. Giribaldi