Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna “I pionieri del cinema“
ANTOLOGIA MÉLIÈS
(1896-1903)
REGIA E SCENEGGIATURA: Georges Méliès
PRODUZIONE: Star Film
INTERPRETI: Georges Méliès, vari
ORIGINE: Francia; DURATA: 83’
Un albergo infestato dagli spiriti (L’Auberge insorcelée, 1897), un uomo si stacca la testa per…tre volte e con le teste poggiate su un tavolino improvvisa una canzone (L’Homme de tête, 1898), un mago fa apparire e scomparire bambini e oggetti dal nulla (Illusion fantasmagoriques, 1898), un melomane dirige le proprie teste poggiate sui fili del telegrafo come note musicali e fa loro cantare God Save the Queen (Le mélomane, 1903), un gruppo di scienziati sbarca sulla luna a bordo di un razzo (Viaggio sulla luna, 1902): questi e molti altri sono i soggetti ricchi di humour, fantasia, sensualità dei cortometraggi di Georges Méliès (Parigi, 1861 – 1938).
Méliès, uomo di teatro e illusionista, assisté alla prima esibizione dei Lumière il 28 dicembre 1895 a Parigi e ne rimase incantato, travolto. Con lui viviamo in diretta il passaggio dal teatro al cinema: “Nel 1896 trasformai il teatro Robert-Houdin in sala di proiezione, costituii la società Star Film e fabbricai a Montreuil-sous-Bois il primo teatro di posa. Mia moglie, mia figlia e i domestici furono i miei primi collaboratori.”
In breve tempo, Méliès dà sfogo alla fantasia più sfrenata, con la sua esperienza teatrale è già pienamente consapevole di quello che significa mettere in scena, creare della finzione: “Eccomi infine alle vedute che si è soliti chiamare «a trasformazione». Sarebbe più esatto definirle vedute fantastiche. L’importante di questo tipo di cinema consiste soprattutto nell’ingegnosità e nell’imprevedibilità dei trucchi”.
Il cinema per Méliès è un sogno straordinario: “Credo di poter dire che pochi uomini giunsero a vivere appieno dentro il loro sogno, quanto io in quegli anni. Non pensavo che ai miei lavori, non vedevo che quelli. Mi facevo di volta in volta scenarista, scenografo, attore, regista, trovarobe, montatore, editore. Non c’era immaginazione, non fiaba, non portento cui non dessi corpo nel mio teatro di posa.” (da Un’ombra è soltanto un’ombra di L.G.)
Leandro Giribaldi