Bruno (Vogler) fa il riparatore ambulante di proiettori cinematografici nei cinema della provincia tedesca, al confine con la Germania dell’Est. Durante una sosta lungo un fiume, mentre si sta facendo la barba assiste ad un curioso incidente.

Un uomo, Robert (Zischler), si lancia a tutta velocità nel fiume con la sua Volkswagen. Bruno lo soccorre e poi lo prende a bordo del proprio camion.

Terzo film della “trilogia della strada”, Nel corso del tempo è anche il primo film prodotto in completa autonomia da Wenders, con la neonata Wim Wenders Film Produktion. Ma più che a Falso movimento, più scritto e sceneggiato, Nel corso del tempo si riallaccia ad Alice nelle città, con un programmatico bianco e nero (esibito clamorosamente fin dai titoli di testa, insieme al formato, al suono in presa diretta, ecc.) ed una costruzione della storia che segue l’andamento del viaggio: “Alla base di Im Lauf der Zeit non c’era nessuna invenzione.

L’unica invenzione era la situazione stessa: il camion e l’itinerario, tutto il resto erano delle scoperte” ricordava Wenders. Ancora una volta i temi di Wenders sono la solitudine, le crisi esistenziali, la ricerca delle origini. Ma Nel corso del tempo questi temi si intrecciano strettamente ad una riflessione sul linguaggio del cinema che Wenders ricrea ripartendo dalla purezza delle immagini originarie (la prima parte sembra un film muto ed è emblematica la sequenza delle ombre cinesi).

Non solo, Wenders si intrattiene anche sugli aspetti materiali del cinema: la pellicola, la croce di malta, le sale deserte. Nel corso del tempo contiene omaggi a Nick Ray ed è dedicato a Fritz Lang, morto nello stesso anno della sua uscita.

L. Giribaldi