

Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Wim Wenders

LO STATO DELLE COSE (Der Stand der Dinge, 1982)
REGIA: Wim Wenders
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Wim Wenders, Robert Kramer
FOTOGRAFIA: Henry Alekan
MUSICHE: Jurgen Knieper
PRODUZIONE: Gray City, inc., V.O. Filmes, Road Movies GmbH, Wim Wenders Produktion, PRO-JECT Filmproduktion
ORIGINE: Portogallo/Germania/USA; DURATA: 123′
INTERPRETI: Patrick Bauchau, Paul Getty III, Samuel Fuller
In uno scenario post-atomico dei sopravvissuti si aggirano in tute e maschere anti-gas per raggiungere il mare e la salvezza. Dopo la morte di una bambina, il gruppetto di donne e uomini arriva al mare, ma… tutto non è che un film di fantascienza. I sopravvissuti sono degli attori, la macchina da presa e la troupe si svelano, il regista Munro (Bauchau) ordina il ciak successivo.
Il film hollywoodiano Hammett è nuovamente in alto mare perché il produttore F.F. Coppola ha ordinato di riscrivere la sceneggiatura (è la terza volta). Wenders ne approfitta per tornare in Europa e far visita al suo amico regista Raul Ruiz che sta girando un film in Portogallo.
Colpito dalla bellezza selvaggia degli esterni portoghesi e dalla tranquillità che regna sul set, appena finito il lavoro di Ruiz ingaggia mezza troupe per girare un film negli stessi luoghi. Dopo Nick’s movie, lo stallo di Hammett produce un altro film, un altro film sul cinema che questa volta riecheggia direttamente la vicenda conflittuale fra Wenders e Coppola.
Infatti, se il nome del regista de Lo stato delle cose richiama due grandi della cinematografia tedesca (Fritz come Lang e Munro come Murnau), non è difficile intravedere dietro la sua figura quella dello stesso Wenders, impotente rispetto agli oscuri meccanismi finanziari che muovono il cinema. Di nuovo Wenders, per raccontare una vicenda autobiografica torna all’amato bianco e nero, e ad una sceneggiatura inizialmente labile che si costruisce giorno dopo giorno sul set.
Numerosi i riferimenti cinematografici, a cominciare dai registi Samuel Fuller e Roger Corman, qui in veste di attori.
L. Giribaldi