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L’ ALLEGRO TENENTE giovedì 6 febbraio ore 21:30 lingua originale con sottotitoli


Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Ernst Lubitsch

L’ALLEGRO TENENTE

(The Smiling Lieutenant, 1931)

REGIA: Ernst Lubitsch

SOGGETTO: dall’operetta Sogno d’un valzer di Leopold Jacobson e Felix Dormann e dal romanzo Nux der Prinzgemahl di Hans Müller

SCENEGGIATURA: Ernest Vajda, Samson Raphaelson

FOTOGRAFIA: George J. Folsey

MUSICHE: Oscar Straus

PRODUZIONE: E. Lubitsch per Paramount

INTERPRETI: Maurice Chevalier, Claudette Colbert, Miriam Hopkins

ORIGINE: USA; DURATA: 93’

A Vienna «l’allegro tenente» Niki (Chevalier) è dedito a manovre amorose più che a quelle militari, come del resto molti commilitoni: “Toujours l’amour in the Army…” recita il ritornello della canzone. Niki sembra mettere la testa a posto quando conosce Franzi (Colbert), una bella violinista. Ma durante un presentat’arm al passaggio del re del Flausenthurm (solito immaginario, minuscolo, reame lubitschiano), uno scambio di sguardi con sorriso fra il tenente e la principessa Anna (Hopkins) crea un colossale incidente diplomatico.

Terzo film sonoro di Lubitsch e terza commedia musicale (e nel mezzo ci sarebbero pure gli episodi di Paramount on Parade), L’allegro tenente è una vera operetta viennese “in uniforme” (sottogenere molto in voga nel periodo d’oro teatrale).

Si tratta di un’operetta famosa, Sogno di un valzer (1905), con musica di Oscar Straus, da non confondere con gli Strauss più celebri. Per Lubitsch le ascendenze teatrali, sia di soggetto, sia di stile, sia di ritmo, sono fondamentali, benché frullate così abilmente da passare in secondo piano rispetto alla sua personalissima forma di elegante allusività, totalmente cinematografica.

Ne L’allegro tenente, Lubitsch introduce in forma compiuta la figura sentimentale del triangolo che, con molte variazioni, ripeterà in tanti film successivi. Qui al centro c’è Maurice Chevalier, suo interprete prediletto, che “riesce a rendere accettabili anche le scene più scabrose” (E.L.). Ma agli altri lati del triangolo come non citare le deliziose Claudette Colbert e Miriam Hopkins?

L. Giribaldi


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