
Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Ernst Lubitsch

CAPRICCIO SPAGNOLO (The Devil Is a Woman, 1935)
REGIA: Josef von Sternberg
SOGGETTO: dal romanzo La donna e il burattino di Pierre Louys
SCENEGGIATURA: John Dos Passos, Sam Winston
FOTOGRAFIA: Josef von Sternberg, Lucien Ballard
MUSICHE: Rimskij-Korsakov
PRODUZIONE: Paramount
INTERPRETI: Marlene Dietrich, Lionel Atwill, Cesar Romero
ORIGINE: USA; DURATA: 83′
A Siviglia, durante gli sfrenati festeggiamenti del Carnevale, il giovane Antonio (Romero), un esule politico in incognito, è attratto da una bellissima donna mascherata (Dietrich). La segue fino alla sua abitazione ma lei si fa negare, lasciandogli però un biglietto con un appuntamento. In seguito Antonio scopre che la donna si chiama Concha Perez e l’amico Don Pasqual (Atwill) che la conosce bene, lo mette in guardia…
Capriccio spagnolo è il settimo capitolo, quello definitivo, dello straordinario romanzo sentimentale e artistico, unico nella storia del cinema: un film nei film fra von Sternberg e la Dietrich, per sempre Jo e Marlene.
Tratto da un romanzo dello scrittore francese Louys dal titolo emblematico, La donna e il burattino, Capriccio spagnolo riassume tutti i temi, estetici e biografici, dei film precedenti della coppia. Mai come in questo film la forma cinematografica ideata da von Sternberg è stata di uno splendore così abbagliante, un affascinante labirinto di segni costruito intorno alla sua inafferrabile diva di “perfetta indifferenza”.
Anche qui, come in Marocco, uno dei personaggi (Don Pasqual), assomiglia fisicamente a lui, a von Sternberg, gli stessi baffetti, la stessa aria disincantata. Mai più von Sternberg vivrà un periodo cinematografico brillante come quello del sodalizio con la Dietrich, mai più la stessa Dietrich sarà la diva che detta le mode, il trucco, gli incredibili abiti (di Travis Benton anche qui) e vivrà tutta la sua carriera sull’immagine creata per lei da von Sternberg. E molti anni più tardi, nella sua autobiografia, von Sternberg dirà: “La Dietrich ero io!”
L. Giribaldi